La maga Medea ha aiutato Giasone nella conquista del Vello d'Oro e gli ha dato due figli. Ma Giasone, dopo qualche anno, mostra di volerla lasciare per sposare Glauce, la figlia del re di Corinto. Medea sembra rassegnarsi, in realtà provoca subito dopo, con la magia, la morte della rivale. Poi uccide i suoi figli.
È il 4° e ultimo film tragico e mitico di Pasolini, "mescolanza un po' mostruosa di un racconto filosofico e di un intrigo d'amore" (P.P.P.) e occasione per affrontare il tema del passaggio dal vecchio mondo religioso-metafisico al nuovo mondo laico-pragmatico. Una metafora sul Terzo Mondo affidata alla disponibilità tragica della Callas. L'eclettismo figurativo e il gusto della contaminazione di Pasolini rivelano qui i loro limiti: è, forse, il più manieristico, squilibrato, algido dei suoi film, sicuramente il più ideologico. (Il Morandini)
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