mar 1: 21.00
Ospite in sala Chiara Francini al termine della proiezione
"Riusciranno i nostri Eroi" - FICE Emilia-Romagna
"Al cinema con i protagonisti" - FICE Nazionale
Biglietti esauriti
Antonia riceve una singolare proposta dal marito: aprire la coppia a nuove frequentazioni. Dal palcoscenico alla realtà Chiara Francini, che interpreta Antonia, si confronta con il macro-tema del poliamore, venendo a conoscenza di nuovi mondi e modi di praticarlo, senza risparmiarsi dibattiti anche accesi.
Un film multiforme, aperto, quasi spalancato, quello che dirige Federica Di Giacomo. Interessante come pochi nella sua determinazione a raccontare, secondo linguaggi, stili e contesti continuamente diversi, una tematica immensa come il poliamore. La tematica richiede una flessibilità strutturale, un'elasticità endemica al film che non appartiene mai a un solo genere, ma fonde di continuo realtà e finzione, documentario e metateatro. Il filo rosso è la presenza costante di Chiara Francini, protagonista, cosceneggiatrice e produttrice del film, che scende dal palcoscenico dello spettacolo Coppia aperta quasi spalancata di Dario Fo e Franca Rame da lei portato in scena una moltitudine di volte per aprire al pubblico le porte di casa sua, del suo matrimonio, della sua famiglia, della sua vita sentimentale. Parla apertamente - nei panni di Antonia e di sé stessa, i profili narrativi si confondono volutamente - delle sue idee sul tema dello spettacolo, e dunque del film, finendo spesso per scontrarsi con chi la pensa in modo diametralmente opposto. Chi si riconosce e crede nella monogamia non avrà difficoltà ad essere d'accordo con i suoi interventi, veementi e spesso polemici, sulle relazioni poliamorose. Tutti gli altri aderiranno ai racconti, le testimonianze e le condivisioni delle persone che di volta in volta Chiara incontra. Non da sola, vale la pena ricordarlo: con lei c'è l'attore che la accompagna anche teatralmente, il suo partner di scena Alessandro Federico, che farà un bel monologo sugli attori frustrati dal non essere "primi attori" e al contempo lontani dalla sindrome della performance e dello stacanovismo. Funziona l'idea di questo film corale in tutti i sensi, in cui si incrociano persone e personaggi, visioni e vissuti, in un costante dibattito a più voci che accoglie volentieri il contrasto e lo mostra a chi guarda come interessante spunto di riflessione. C'è poi il racconto parallelo di una relazione poliamorosa vissuta nella sua quotidianità, quella della famiglia composta da Sara, Daniela, Efrem e Ali, una madre, due uomini e una figlia adolescente. Retorica, moralismi e giudizi sono altrove, tornano di tanto in tanto in certi commenti - di Francini, il cui intento investigativo si confonde spesso con quello provocatorio -, ma Di Giacomo è bene attenta a non firmare un film a tesi o un pamphlet visivo che pretenda di dispensare messaggi altisonanti. La cinepresa riprende teorie e tesi contrapposte: chi la pensa in un modo, chi un altro, ognuno è libero di vivere l'amore (e il poliamore) come vuole e il film ha la capacità e l'intenzione di raccontare ogni punto di vista dando la medesima dignità a ciascuno. Quasi un'opera hegeliana: c'è la tesi, l'antitesi, e il film ne è la sintesi. (Claudia Catalli - MYmovies)
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