SCHEDA DEL FILM

Cinema Italia Faenza

martedì 5 dicembre

PAOLO CONTE ALLA SCALA - IL MAESTRO È NELL'ANIMA

  • Regia: Giorgio Testi
  • Distribuzione: Medusa
  • Nazione: Italia 2023
  • Genere: Documentario
  • Durata: 105 minuti
  • Orari

    mar 5: 21.00

    Lunedì+Martedì Cult Movie

Trama del film

Milano, 19 febbraio 2023. Teatro alla Scala. Paolo Conte, 86 anni, sta per esibirsi in concerto con i suoi strumentisti con una scaletta pensata apposta per l'occasione. Tra il pubblico sono presenti molte personalità della cultura, della politica e dello spettacolo. Ripropone nel repertorio alcuni dei brani più famosi per un evento di eccezionale rilievo.

Trailer

Commento

Ha la struttura di un film-concerto. Ci sono l'attesa, l'entrata sul palco e gli applausi del pubblico. Poi il volto di Paolo Conte, con la sua voce inconfondibile di cui lui stesso ne ha parlato come un handicap che segna il timbro unico dei suoi brani.  Ma questa è solo una parte di Paolo Conte. Il maestro è nell'anima, nato da un'idea di Caterina Caselli e diretto da Giorgio Testi che ha anche scritto la sceneggiatura assieme a Pasquale Plastino. La voce appunto. Profondamente cinematografica, evidente anche in quella gran commedia sottovalutata di Lawrence Kasdan, French Kiss, dove Via con me accompagna la camminata di Meg Ryan per le strade di Parigi.  Ma anche il suo volto continua a bucare l'inquadratura con una forza magnetica. Si era già visto nel bel documentario di Giorgio Verdelli Paolo Conte, via con me e anche nella sua testimonianza-ricordo nel recente Enzo Jannacci. Vengo anch'io. Ma soprattutto la sua immagine del presente sembra dialogare con quella del passato, evidente nel filmato d'archivio sullo schermo in cui Paolo Conte parla della sua insoddisfazione nell'incisione dei dischi ma soprattutto del modo in cui nascono le sue canzoni dove in testa ha già la musica e le parole arrivano dopo e cita l'esempio del brano Max.  E c'è proprio un momento del concerto, durante l'esibizione di Diavolo rosso, che l'artista lascia totale spazio ai suoi musicisti nei loro assoli. Lui sembra osservarli ma ne è anche incantato. Oppure quelle note gli continuano a risuonare in testa come puro atto creativo.  Paolo Conte. Il maestro è nell'anima si differenzia dalla tendenza dei biopic su artisti e cantautori proprio perché, al di là dell'evento, sembra soprattutto un racconto in prima persona. Suddiviso in due atti, lascia emergere passioni (il jazz), frammenti biografici (la professione di avvocato) ricordi come quello del 'suono sacrale' del trattore che si allontana in campagna mostrato con un disegno, altra grande passione del cantautore.  Nel tempo di un concerto ci sono tutti i frammenti di vita, di rituali come quello delle tende che si aprono prima che Conte, con i suoi occhiali da sole con montatura gialla, si avvicina al pianoforte. Sembra uno schema che si ripete. Ma invece ad ogni ascolto i suoi brani sembrano cambiare, essere diversi, avere un tipo di feedback differente con il pubblico. Forse Conte, nell'attesa prima di ogni esibizione, ha lo stesso atteggiamento di Eduardo De Filippo che a teatro spiava il pubblico prima di ogni rappresentazione per capire che tipo di spettatori aveva davanti quella sera.  Sembra inizialmente 'cinema da camera' ma poi Paolo Conte alla Scala. Il maestro è nell'anima si scalda e rompe la divisione tra il palco e la platea durante l'esibizione di Gli impermeabili e poi l'apoteosi con Via con me. Il grande merito di questo lavoro è aver lasciato tutto lo spazio che serviva a Paolo Conte. La telecamera è lì assieme agli altri musicisti. Prima è solo testimone, poi suona e danza con gli altri. (Simone Emiliani - MYmovies)

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