SCHEDA DEL FILM

Cinema Sarti Faenza

giovedì 15 febbraio

LA PETITE

  • Regia: Guillaume Nicloux
  • Attori: Fabrice Luchini, Mara Taquin, Maud Wyler, Juliette Metten, Veerle Baetens
  • Distribuzione: Movies Inspired
  • Nazione: Francia 2023
  • Genere: Drammatico
  • Durata: 93 minuti
  • Orari

    gio 15: 21.00

    Sarti d'Essai

Trama del film

L'ultrasessantenne Joseph, vedovo restauratore di mobili antichi di Bordeaux, riceve la notizia della morte del figlio Emmanuel, rimasto ucciso in un incidente aereo con il compagno Joaquim. Di fronte allo smarrimento della figlia Aude e alla rabbia dei consuoceri di origine belga, impegnati nella causa contro la compagnia aerea, Joseph elabora il dolore dedicandosi anima e corpo a una missione: rintracciare la ragazza che aveva accettato di prestare il proprio utero alla coppia e generare un figlio con lo sperma di Emmanuel. Dopo vari tentativi, Joseph rintraccia la donna: vive a Gand, si chiama Rita, ha 26 anni, è madre di una bambina di nove anni e non ha un soldo. In grembo porta un'altra bambina, la figlia di Emmanuel, che per Joseph diventa la sola ragione di vita: come impedire dunque che Rita la dia in adozione?

Trailer

Commento

Fabrice Luchini è il mattatore di un dramma gentile e pacificato, in cui la questione eticamente spinosa della maternità surrogata viene affrontata dalla prospettiva altrettanto complessa di un uomo in lutto.  Come tutti i personaggi interpretati dall'attore francese, anche il restauratore Joseph mescola con naturalezza gentilezza e aggressività, affidando alla cura degli oggetti antichi l'amore di cui nella vita non è più capace. Da tempo in lite con il figlio, come dice alla psicologa che lo accoglie in aeroporto dopo l'incidente aereo, l'uomo resta solo con il proprio dolore, nonostante la vicinanza dell'altra figlia (che di contro accusa l'amato fratello scomparso di rubarle tutte le attenzioni anche da morto...). Quello che Joseph cerca, imbarcandosi nella spasmodica ricerca della madre surrogata, è dunque un modo per colmare un vuoto: sostituire il sangue perduto con una vita che lo rimpiazzi.  L'affetto di Joseph passa per gli oggetti: la culla antica (forse appartenuta a Klimt) che si aggiudica a un'asta per una cifra esorbitante; la macchina che vende per dare alla spiantata Rita un po' dei soldi che le erano stati promessi (l'accordo era in nero, poiché in Belgio la pratica dell'utero in affitto è legale ma solo se gratuita); la fascia elastica che compra in attesa che la bambina arrivi; gli stessi mobili che torna a restaurare una volta nata la creatura...  La vicenda di Joseph ha tratti quasi fiabeschi, è un viaggio che un eroe stanco ma tenace compie per riparare agli errori di un'esistenza e tornare a casa con un "oggetto-valore" inatteso. Da una tomba senza corpo (dal momento che di Emmanuel e del compagno Joseph, inabissatisi in mare, non rimane nulla) a un corpo di donna che porta in grembo una nuova vita, a una neonata che riempie con le sue urla la casa di un uomo rinato. Significativamente, del resto, Joseph non diventa nonno, come l'età richiederebbe, ma nuovamente padre.  La gentile e paradossale ridefinizione dei rapporti di sangue è l'aspetto più interessante del film di Guillaume Nicloux, regista capace di passare da operazioni concettuali fuori formato come L'enlèvement de Michel Houellebecq o Valley of Love a lavori tutto sommato più tradizionali come in questo caso, mantenendo una lucidità e una distanza di sguardo che gli consentono di evitare l'eccesso di sentimentalismo.  La petite non è esente dal solito tocco del "film à la Luchini", con le piccole gag dell'uomo anziano alle prese con una giovane donna strafottente (a interpretarla è Mara Taquin), lo smarrimento del francese sperduto in una città straniera, o ancora la tenerezza un po' forzata del rapporto con la prima figlia di Rita, la simpatica e sveglia Ava (Juliette Metten)...  Eppure, soprattutto nella prima parte, in cui il regista si prende il tempo di osservare con pudore le azioni del suo protagonista (che ama in maniera rude la figlia Aude, che sfida l'indifferenza dei consuoceri al destino di una bambina che non porta nulla del loro sangue, che combatte contro la burocrazia sorda...), il film restituisce bene la foga di un uomo che sa di dover correre contro il tempo per salvare qualcosa della propria vita. Dopo l'incontro con Rita, che avviene verso la metà e sposta l'ambientazione del film da un ambiente borghese a uno proletario, il film segue una via più scontata, inevitabilmente agrodolce, verso una conclusione pacificata, che però, a pensarci bene, è ciò che il tenace Joseph e la rude ma amorevole Rita in fondo meritano. (roberto Manassero - MYmovies)

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